Gesù si faceva vedere tutto legato, legate le mani, i piedi, la vita;
dal collo Gli scendeva una doppia catena di ferro, ma era legato tanto stretto, da togliere il moto alla sua Divina Persona.
Che dura posizione, da far piangere anche le pietre!
Ed il mio Sommo Bene Gesù mi ha detto:
“Figlia mia,
nel corso della mia Passione tutte le altre pene facevano a gara, ma si davano il cambio, ed una dava il luogo all’altra, quasi come sentinelle montavano a farmi il peggio, per darsi il vanto che una era stata più brava dell’altra, ma le funi non Me le tolsero mai:
dacchè fui preso fino al monte Calvario fui sempre legato,
anzi aggiungevano sempre funi e catene per timore che potessi fuggire, e per farsi più giuoco di Me;
ma quanti dolori, confusioni, umiliazioni e cadute Mi procurarono queste catene!
Ma sappi però che in queste catene c’era gran mistero e grande espiazione:
l’uomo, nel cominciare a cadere nel peccato resta legato con le catene del suo stesso peccato,
ed Io per spezzargli le sue catene volli essere legato, e non volli mai essere senza catene, per tenere sempre pronte le mie per spezzare le sue”.
O Signor mio Gesù Cristo,
prostrata alla tua divina presenza,
supplico l’amorosissimo tuo cuore che voglia
ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24
ore,
in cui per nostro amore tanto volesti patire nel
corpo adorabile e nell’anima tua santissima fino
alla morte di croce.
Deh!
dammi aiuto, grazia, amore, profonda
compassione e intelligenza dei tuoi patimenti,
mentre ora medito l’Ora Ottava.
E per quelle che non posso meditare, ti offro la
volontà che avrei di farle, e intendo
intenzionalmente meditarle in tutte le ore che sono
costretta o ad applicarmi ai miei doveri o a
dormire.
Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa
intenzione, e fa che sia di profitto per me e per
molti come se effettivamente e santamente
eseguissi quanto desidererei praticare.
Intanto
grazie ti rendo, o mio Gesù, che per mezzo della
preghiera mi chiami all’unione con te, e per
piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua,
il tuo cuore, e con questo intendo pregare,
fondendomi tutta nella tua Volontà e nel tuo
amore; e stendendo le braccia per abbracciarti,
poggio la mia testa sul tuo Cuore ed incomincio.
O mio Gesù, già siamo a mezzanotte.
Senti che i nemici si avvicinano, e Tu, rassettandoti e rasciugandoti il Sangue, rafforzato dai conforti ricevuti, vai di nuovo dai tuoi discepoli, li chiami, li ammonisci, Te li porti insieme con Te e vai incontro ai nemici, volendo riparare con la tua prontezza, la mia lentezza, svogliatezza e pigrizia nell’operare e patire per amore tuo.
Ma, o dolce Gesù, mio Bene, che scena commovente io vedo!
Incontri per primo il perfido Giuda, il quale, avvicinandosi a Te e gettandoti le braccia al collo, Ti saluta e Ti bacia.
E Tu, Amore svisceratissimo, non disdegni di baciare quelle labbra infernali, lo abbracci Te lo stringi al Cuore, volendolo strappare dall’inferno, dandogli segni di nuovo amore.
Mio Gesù, com’è possibile non amarti?
E’ tanta la tenerezza del tuo amore, che dovrebbe strappare ogni cuore ad amarti.
Eppure non Ti amano.
Mio Gesù, in questo bacio di Giuda, ripari i tradimenti, le finzioni, gli inganni sotto aspetto di amicizia e di santità, specialmente dei sacerdoti.
Il tuo bacio poi, manifesta che a nessun peccatore, purchè venga a Te umiliato, rifiuteresti il tuo perdono.
Tenerissimo mio Gesù, già Ti dai in mano ai nemici, dando loro potere di farti soffrire ciò che loro vogliono.
Anch’io, o mio Gesù, mi do nelle tue mani, affinchè liberamente Tu possa fare di me ciò che più Ti piaccia, ed insieme con Te voglio seguire la tua Volontà, le tue riparazioni e soffrire le tue pene.
Voglio stare sempre a Te d’intorno, per fare che non ci sia offesa che io non ripari, amarezza che io non raddolcisca, sputi e schiaffi che Tu ricevi che non siano seguiti da un mio bacio e carezza.
Nelle cadute che farai, le mie mani saranno sempre pronte ad aiutarti per alzarti.
Sicchè sempre con Te voglio stare, o mio Gesù, nemmeno un minuto voglio lasciarti solo.
E per essere più sicura, mettimi dentro di Te ed io starò nella tua mente, nei tuoi sguardi, nel tuo Cuore ed in tutto Te stesso, per fare che ciò che fai Tu possa farlo anch’io.
Così potrò tenerti fedele compagnia e nulla potrà sfuggirmi delle tue pene, per darti per tutto, il mio ricambio d’amore.
Dolce mio Bene, starò al tuo fianco per difenderti, per imparare i tuoi insegnamenti, per numerare una ad una tutte le tue parole.
Ah!
Come mi scende dolce al cuore la parola che rivolgesti a Giuda:
“Amice, ad quid venisti?”.
E sento che anche a me rivolgi la stessa parola, non chiamandomi amica, ma col dolce nome di figlia,
[dicendomi:]
Filia, ad quid venisti?
per sentirti rispondere:
“Gesù, vengo ad amarti”.
Ad quid venisti?,
mi ripeti, se mi sveglio al mattino.
Ad quid venisti?, se prego.
Ad quid venisti?, mi ripeti dall’Ostia Santa, quando lavoro, quando prendo cibo, quando soffro, quando dormo.
Che bel richiamo per me e per tutti!
Ma quanti, al tuo Ad quid venisti?, rispondono: “Vengo per offenderti!”.
Altri, fingendo di non sentirti, si danno ad ogni sorta di peccati e rispondono al tuo Ad quid venisti? coll’andare all’inferno.
Quanto Ti compatisco, o mio Gesù!
Vorrei prendere le stesse funi con cui stanno per legarti i tuoi nemici, per legare queste anime e risparmiarti questo dolore.
Ma di nuovo sento la tua voce tenerissima che dice, mentre vai incontro ai tuoi nemici:
“Chi cercate?”.
E quelli rispondono: “Gesù Nazareno”.
E Tu a loro:
Con questa sola parola Tu dici tutto e Ti dai a conoscere per quello che sei, tanto che i nemici tremano e cadono come morti per terra.
E Tu, o Amore che non ha pari, con un altro Ego sum, li richiami a vita e da Te stesso Ti dai in potere dei nemici.
Oh, che perfidia e ingratitudine!
Invece di cadere umili e palpitanti ai tuoi piedi a chiederti perdono, abusando della tua bontà e disprezzando grazie e prodigi, Ti mettono le mani addosso, e con funi e catene Ti legano, Ti stringono, Ti gettano per terra, Ti mettono sotto i piedi, Ti strappano i capelli.
E Tu, con pazienza inaudita, taci, soffri e ripari le offese di coloro che, malgrado i miracoli, non si arrendono alla tua grazia e si ostinano di più.
Con le funi e le catene impetri dal Padre la grazia di spezzare le catene delle nostre colpe e ci leghi con la dolce catena dell’amore.
E correggi amorosamente Pietro che vuole difenderti, persino tagliando l’orecchio a Malco. Intendi riparare con ciò le opere buone non fatte con santa prudenza, o che, per troppo zelo, cadono nella colpa.
Mio pazientissimo Gesù , queste funi e queste catene pare che mettano qualche cosa di più bello alla tua Divina Persona:
la tua fronte si fa più maestosa, tanto da attirare l’attenzione dei tuoi stessi nemici;
i tuoi occhi sfolgorano più luce;
il tuo Volto divino si atteggia ad una pace e dolcezza suprema, da innamorare i tuoi stessi carnefici.
Coi tuoi accenti soavi e penetranti, sebbene pochi, li fai tremare, tanto che, se ardiscono offenderti, è perchè Tu stesso lo permetti.
O Amore incatenato e legato, potrai mai permettere che Tu sia legato per me, facendo più sfoggio d’amore verso di me, ed io, la piccola figlia tua, sia senza catene?
No, no.
Anzi legami con le tue stesse funi e catene, con le tue mani santissime.
Perciò Ti prego di legare,
mentre bacio la tua fronte divina, tutti i miei pensieri, gli occhi, le orecchie, la lingua, il cuore, i miei affetti e tutta me stessa, ed insieme lega tutte le creature, affinchè, sentendo le dolcezze delle tue amorose catene, non più ardiscano offenderti.
Dolce mio Bene, siamo già all’una.
La mente incomincia ad assopirsi.
Farò il possibile per mantenermi sveglia.
Ma se il sonno mi sorprende, mi lascio in Te per seguirti in ciò che fai Tu, anzi lo farai Tu stesso per me.
In Te lascio i miei pensieri a difenderti dai tuoi nemici, il mio respiro per corteggio e compagnia, il mio palpito a dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che gli altri non Ti danno, le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che Ti toglieranno con gli insulti, sputi e schiaffi.
Mio Gesù, dammi un bacio, abbracciami e benedicimi; e, se vuoi che prenda sonno, fammi dormire nel tuo adorabile Cuore, affinchè dai tuoi palpiti accelerati dall’amore, o sofferenti, possa venir svegliata spesso, per non interrompere mai la nostra compagnia.
Così restiamo intesi, o Gesù .
Mio amabile Gesù, tu mi hai chiamata in quest’Ora della tua
passione a tenerti compagnia, ed io son venuta.
Mi parve di vederti
angosciato e dolente, pregare, riparare e patire, e con le voci le più
tenere ed eloquenti perorare la salvezza delle anime.
Ho cercato di
seguirti in tutto e ora, dovendoti lasciare per le mie solite occupazioni,
sento il dovere di dirti un Grazie e un Ti benedico.
Sì, o Gesù, Grazie ti ripeto le mille e mille volte, e ti lodo e benedico
per tutto ciò che hai fatto e patito per me e per tutti.
Grazie
e Ti benedico per ogni goccia di sangue che hai versato, per ogni
tuo respiro, palpito, passo, parola, sguardo, e per ogni amarezza
e offesa che hai sopportato.
Per tutto, o mio Gesù, intendo segnarti
con un Grazie e un Ti benedico.
Deh, o Gesù fa che tutto il mio essere ti mandi un flusso continuo
di ringraziamenti e benedizioni, in modo da attirare su di
me e su tutti il flusso delle tue grazie e benedizioni!
Deh, o Gesù stringimi al tuo cuore colle tue santissime mani
e segna tutte le particelle del mio essere col tuo Ti benedico, per
fare che da me altro non possa uscire che un inno continuo verso
di te!
Perciò mi lascio in te, per seguirti in ciò che farai; anzi opererai
tu stesso per me.
Ed io, fin d’ ora, lascio i miei pensieri in te
per difenderti dai tuoi nemici, il respiro per corteggio e compagnia,
il palpito per dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che non ti
danno gli altri; le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti
gli onori e la stima che ti tolgono i tuoi nemici con gli insulti, sputi
e schiaffi, e tutto il mio essere per guardia.
Dolce mio Amore, sebbene debbo attendere alle mie occupazioni,
resto nel tuo cuore; ho paura d’uscirne. Tu mi terrai in te,
non è vero?
I nostri palpiti si intenderanno a vicenda e si confonderanno
insieme in modo da darmi vita, amore, stretta unione inseparabile
con te.
Mio Gesù, se vedi che sto per sfuggirti, il tuo
palpito si acceleri nel mio, le tue mani mi stringano più forte al
tuo cuore, i tuoi occhi mi guardino e mi gettino saette di fuoco,
affinché io, sentendoti, mi lasci subito tirare all’unione con te.
Deh, mio Gesù!
Dammi il bacio del divino amore, abbracciami
e benedicimi; io ti bacio nel dolcissimo tuo cuore, e mi resto in te.
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